mercoledì 16 marzo 2011

Apocalisse in Giappone...ma Gheddafi che fa?

Mentre il mondo si concentra sul Giappone Gheddafi si sta riprendendo la Libia. Chilometro dopo chilometro l’esercito fedele al raìs schiaccia i rivoltosi. Ed è difficile, a questo punto, ipotizzare una sconfitta del Colonnello a meno che, sul campo, non subentri qualche nuova variabile: la no-fly zone o l’intervento di forze straniere a supporto degli insorti.  

A guidare la “riconquista” della Libia le forze lealiste capeggiate da due figli del raìs, Saadi e Khamis. La comunità internazionale non trova alcun accordo che vada oltre la generica condanna della repressione. L’ultima frase a effetto l’ha pronunciata il G8 riunito a Parigi: “Sono legittime le aspirazioni del popolo libico ad un futuro di democrazia e prosperità e quindi a volersi scegliere la propria leadership democraticamente”. Poi si fa appello a Gheddafi a “rispettare” la richiesta del suo popolo di vedersi riconosciuti i “diritti fondamentali”, la “libertà di espressione” e “un governo realmente rappresentativo”. Discorsi altisonanti. Ma effetti zero. Il Colonnello va avanti con le bombe e i cannoni. L’obiettivo è riprendersi anche Bengasi e schiacciare, una volta per tutte, la rivolta.




Truppe del raìs in marcia verso Bengasi La città libica di Adjabiya, nell’est del Paese, è sotto il controllo delle forze governative: lo ha dichiarato il viceministro degli Esteri libico, Khaled Kaaim, smentendo quanto invece affermato dall’opposizione. "Vi sono ancora degli elementi che sparano contro le nostre truppe, ma siamo già oltre Adjabiya e le nostre forze si dirigono verso Bengasi", ha dichiarato Kaaim, mentre stando alla ribellione l’esercito governativo ha cercato di entrare in città ma sarebbe stato respinto. 


Antiaerea in azione Le batterie antiaeree di Bengasi, roccaforte della ribellione libica, hanno aperto il fuoco ieri notte per cause ancora da accertare, quando sul cielo della città sono stati visti anche dei fuochi di artificio. Sebbene non sia inusuale l’utilizzo da parte dei libici di armi da fuoco, anche pesanti, in occasione di pubbliche manifestazioni di gioia, fino ad ora l’antiaerea di Bengasi non era mai entrata in azione; poco prima l’esercito governativo aveva annunciato un’offensiva imminente sulla città, sebbene non siano stati al momento avvistati apparecchi da caccia o da bombardamento. 



Gheddafi: schiacceremo il nemico Muammar Gheddafi è "deciso a schiacciare i nemici": lo ha detto in un discorso diffuso ieri sera dalla televisione di Stato libica. "Se questa ribellione è un complotto straniero la schiacceremo, se è un complotto interno anche: i colonizzatori saranno sconfitti, la Francia sarà sconfitta, l’America sarà sconfitta, la Gran Bretagna sarà sconfitta", ha continuato Gheddafi, il quale ha concluso affermando che "il popolo libico e la libertà trionferanno. Siamo decisi a preservare l’unità del Paese anche a prezzo della vita, tutto il popolo libico è deciso a battersi per proteggere il petrolio". 

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