Che cosa ci si aspetterebbe di trovare su un corpo colpito con un colpo alla testa e con almeno sei coltellate e poi abbandonato in un campo? Sangue, molto sangue; e invece sul cadavere di Yara Gambirasio, sui vestiti che la ragazzina indossava la sera in cui è stata uccisa, di sangue ce n'è molto poco.
È uno dei risultati, forse uno dei più sorprendenti, che un poco alla volta medico legale e forze dell'ordine comunicano alla pm Letizia Ruggeri, titolare dell'inchiesta sulla tragedia della ragazzina di Brembate Sopra.
Uno degli elementi su cui gli inquirenti si stanno soffermando e che per il momento non ha trovato risposta è appunto la «scomparsa» del sangue sul corpo e sugli indumenti della vittima. «Qualcosa c'è, ma è molto poco» commentava ieri una fonte investigativa; poco anche in considerazione del fatto che il cadavere è rimasto esposto alle intemperie per tre mesi. E a questo punto interrogativo se ne lega un altro che fino a oggi non ha trovato risposta: di che cosa è davvero morta Yara Gambirasio?
Nel suo colloquio con i cronisti di due giorni fa il magistrato ha affermato che «non è ancora chiarita l'epicrisi»: termine del gergo medico legale traducibile nel fatto che non è stata ancora accertata la causa del decesso. Non lo è il colpo alla testa che ha sì provocato un vasto trauma ma non pare sufficiente a stroncare una vita. La procura ha inoltre escluso che l'omicidio sia avvenuto per strangolamento o soffocamento; come evidente segno di violenza restano dunque le ferite da taglio individuate sulla parte laterale del collo, sulle braccia e sulla schiena. Tagli superficiali, è stato detto, che potrebbero aver provocato una morte per dissanguamento.
Ma eccoci al particolare che non quadra e che getta tutto nell'incertezza: se così fosse almeno le fibre dei vestiti avrebbero dovuto trattenere una cospicua parte dell'emorragia e le macchie dovrebbero essere ancora identificabili anche a distanza di mesi. E invece, stando alle indiscrezioni trapelate ieri, si vede ben poco. È come se alla dinamica dell'uccisione (la botta alla testa è certa, le coltellate di sicuro ci sono state) mancasse un tassello, una sequenza in grado di tenere assieme tutto il resto. Yara è stata spogliata, uccisa e poi rivestita? Yara è stata ferita dopo essere stata ammazzata? Un chiarimento a questi interrogativi - e dunque al mistero del sangue scomparso - potrà arrivare da un'analisi dei tessuti organici della vittima. Se dovesse essere individuata una significativa quantità di sangue infiltratasi al di sotto della pelle, forse lo svolgimento dei fatti diverrebbe più logico.
Ma ci sono ancora alcuni dettagli che devono essere presi in considerazione: una persona che viene uccisa a coltellate cerca istintivamente di resistere, lotta per quanto è possibile contro l'aggressore. E invece in questo caso viene fatto notare come alcune delle ferite - quelle sulla schiena in particolare e con le quale l'omicida pare voler tracciare una misteriosa «x» - sembrano essere portate con la vittima in un atteggiamento di resa, completamente passiva al dolore.
Ma ci sono ancora alcuni dettagli che devono essere presi in considerazione: una persona che viene uccisa a coltellate cerca istintivamente di resistere, lotta per quanto è possibile contro l'aggressore. E invece in questo caso viene fatto notare come alcune delle ferite - quelle sulla schiena in particolare e con le quale l'omicida pare voler tracciare una misteriosa «x» - sembrano essere portate con la vittima in un atteggiamento di resa, completamente passiva al dolore.
Riguardo a una possibile chiave satanica e rituale del delitto ieri si è saputo che nei mesi scorsi polizia e carabinieri hanno esaminato cimiteri e luoghi legati a episodi avvenuti in provincia di Bergamo riconducibili ad attività di sette: nessun elemento è però emerso che possa essere messo in relazione con il caso di Yara. Infine non è stato ancora possibile fissare i funerali della giovane. Sempre più probabile, però, è che le esequie vengano celebrate nella palestra dove Yara si allenava. Un luogo simbolico, a Brembate ma anche l'unico in grado di accogliere tutte le persone che vorranno dare l'ultimo saluto alla giovane.
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