In carcere Michele Misseri è rinato. E non rimpiange per niente la libertà, la vita ad Avetrana, con la moglie Cosima e le figlie Sabrina e Valentina. Sarà pure chiuso in isolamento e guardato a vista, 24 ore su 24. Ma assicura: "Io adesso qui sto benissimo". Libero ricostruisce, attraverso le dichiarazioni emerse in incontri con parlamentari, la sua nuova vita dietro le sbarre. Senza le sue donne e senza più angherie.
Ecco cosa racconta zio Michele dalla sua cella in isolamento: "Qui mi trattano tutti bene. Anzi, benissimo. Le guardie sono sempre gentili, gli infermieri e i dottori pure: ogni mattina a chiedermi come sto". Se fuori, a casa sua in via Deledda, erano le donne, la moglie e le figlie, che comandavano, qui quella cella è tutta sua. E lui lo apprezza.
Nella storia ancora tutta ingarbugliata che circonda il caso di Sarah Scazzi, sembrerebbe che lui si sia preso la colpa di un omicidio che non ha commesso per salvare la figlia Sabrina. E oggi, se anche dice che talvolta la sua famiglia gli manca, assicura che da Cosima non ci tornerebbe "manco morto".
E ancora: "Qui si sta meglio che in ospedale. Io sono rinato. Prima non riuscivo a parlare e nemmeno a pensare, adesso mi sento una persona come le altre". Sfoglia riviste, mangia i suoi piatti preferiti, si sente "come in un grande albergo". "La differenza è che adesso, finalmente, io ci sto con la testa. E pensare che prima di portarmi qui mi ripetevano parole minacciose: 'Vedrai, se finirai in galera, là troverai un inferno'. Ma io qui l'inferno mica ce l'ho trovato sai? Semmai l'inferno era prima. Certo, mi mancca la famiglia certe volte. A chi non mancherebbe il sangue del tuo sangue? Ma io, adesso, sto benissimo qui. Perché qui le persone mi vogliono bene e mi rispettano. A casa lavoravo e solo le mazzate mi prendevo. Adesso è tutto finito, guarda qui le mie mani: lo vedi che non sono più nere di lavoro. Sono belle, pulite, mai state così bianche le mie mani. Alle tre del mattino mi alzavo per andare in campagna, qui invece posso dormire. Riposo, mangio e leggo".
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